Nell’immaginario comune un osservatorio astronomico è un grosso edificio con una cupola, che contiene un imponente telescopio ed è generalmente situato in luoghi esotici, quali altopiani desertici o isole vulcaniche. Negli ultimi decenni la tecnologia aerospaziale ha permesso di posizionare alcuni osservatori anche fuori dalla nostra atmosfera, su satelliti in orbita intorno alla terra, con innumerevoli vantaggi per gli astronomi che possono usufruirne. Mandare un telescopio in orbita è tuttavia un’impresa delicatissima ed estremamente costosa. A metà tra la terra e lo spazio, esiste però un altro possibile sito per le osservazioni astronomiche: a bordo di un aereo in volo nella stratosfera.
L’atmosfera del nostro pianeta nuoce all’astronomia in più di un modo: oltre a rendere le immagini sfocate a causa della turbolenza, questa assorbe gran parte della luce che arriva dall’universo sulla terra. Quella che siamo abituati a percepire con i nostri occhi, la “luce visibile”, con l’arcobaleno di colori dal rosso al verde, fino al blu e al violetto, non è altro che una piccolissima porzione dello spettro elettromagnetico. Anche se non percepiamo con i nostri occhi i raggi luminosi più energetici (ad esempio la luce ultravioletta, i raggi X e gamma) né quelli meno energetici (ad esempio la luce infrarossa, le microonde e le onde radio) non vi è alcuna differenza sostanziale tra essi e la luce visibile.
Solo la luce visibile e le onde radio riescono a passare attraverso la nostra atmosfera. Le sorgenti astronomiche, tuttavia, emettono radiazione a tutte le energie, quindi in tutto lo spettro, a seconda delle loro caratteristiche. In particolare, oggetti “freddi” come le stelle in formazione, la polvere interstellare, i pianeti e i piccoli corpi del sistema solare, emettono radiazione a basse energie, nell’infrarosso. Una piccola parte di radiazione infrarossa penetra l’atmosfera e può essere studiata con i telescopi sulla Terra, ma in generale conviene osservarla dallo spazio: a completare l’opera dei satelliti Spitzer, in orbita dal 2003, e Herschel, lanciato un paio di settimane fa, presto sarà operativo anche SOFIA, un telescopio a bordo di un aeroplano.
SOFIA, il cui nome sta per Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy (Osservatorio stratosferico per l’astronomia infrarossa), è un progetto in collaborazione tra la NASA e la DLR, l’agenzia spaziale tedesca. Si tratta di un telescopio di 2,5 metri di diametro montato su un Boeing 747 SP, modificato in modo da avere un’apertura di 4x6 metri nella fusoliera esterna, da cui verranno effettuate le osservazioni. Al momento sono in corso gli ultimi test del velivolo presso il Dryden Flight Research Center della NASA a Palmdale, California; oggetto di particolare studio è l’effetto del carico del telescopio, che pesa 17 tonnellate, durante il volo. SOFIA inizierà ad operare verso la fine del 2009: eseguirà circa 140 voli all’anno, ciascuno con 8 ore di osservazione, a 12,000 metri di quota. La durata prevista dell’esperimento è di 20 anni, durante i quali le nostre conoscenze su alcune regioni dell’universo potrebbero cambiare drasticamente
CLAUDIA MIGNONE
L'osservatorio SOFIA, a bordo di un Boeing 747 SP modificato: ben evidente è l'apertura nella fusoliera esterna per rendere possibili le operazioni del telescopio. SOFIA si trova attualmente presso la Dryden Aircraft Operations Facility della NASA a Palmdale, California (USA) insieme ad altri velivoli che ospiteranno esperimenti dedicati allo studio dell'ambiente, dell'inquinamento, dell'effetto serra e dell'attività vulcanica. (Immagine: NASA/Tom Tschida)
L’atmosfera del nostro pianeta nuoce all’astronomia in più di un modo: oltre a rendere le immagini sfocate a causa della turbolenza, questa assorbe gran parte della luce che arriva dall’universo sulla terra. Quella che siamo abituati a percepire con i nostri occhi, la “luce visibile”, con l’arcobaleno di colori dal rosso al verde, fino al blu e al violetto, non è altro che una piccolissima porzione dello spettro elettromagnetico. Anche se non percepiamo con i nostri occhi i raggi luminosi più energetici (ad esempio la luce ultravioletta, i raggi X e gamma) né quelli meno energetici (ad esempio la luce infrarossa, le microonde e le onde radio) non vi è alcuna differenza sostanziale tra essi e la luce visibile.
Solo la luce visibile e le onde radio riescono a passare attraverso la nostra atmosfera. Le sorgenti astronomiche, tuttavia, emettono radiazione a tutte le energie, quindi in tutto lo spettro, a seconda delle loro caratteristiche. In particolare, oggetti “freddi” come le stelle in formazione, la polvere interstellare, i pianeti e i piccoli corpi del sistema solare, emettono radiazione a basse energie, nell’infrarosso. Una piccola parte di radiazione infrarossa penetra l’atmosfera e può essere studiata con i telescopi sulla Terra, ma in generale conviene osservarla dallo spazio: a completare l’opera dei satelliti Spitzer, in orbita dal 2003, e Herschel, lanciato un paio di settimane fa, presto sarà operativo anche SOFIA, un telescopio a bordo di un aeroplano.
SOFIA, il cui nome sta per Stratospheric Observatory For Infrared Astronomy (Osservatorio stratosferico per l’astronomia infrarossa), è un progetto in collaborazione tra la NASA e la DLR, l’agenzia spaziale tedesca. Si tratta di un telescopio di 2,5 metri di diametro montato su un Boeing 747 SP, modificato in modo da avere un’apertura di 4x6 metri nella fusoliera esterna, da cui verranno effettuate le osservazioni. Al momento sono in corso gli ultimi test del velivolo presso il Dryden Flight Research Center della NASA a Palmdale, California; oggetto di particolare studio è l’effetto del carico del telescopio, che pesa 17 tonnellate, durante il volo. SOFIA inizierà ad operare verso la fine del 2009: eseguirà circa 140 voli all’anno, ciascuno con 8 ore di osservazione, a 12,000 metri di quota. La durata prevista dell’esperimento è di 20 anni, durante i quali le nostre conoscenze su alcune regioni dell’universo potrebbero cambiare drasticamente
CLAUDIA MIGNONE
L'osservatorio SOFIA, a bordo di un Boeing 747 SP modificato: ben evidente è l'apertura nella fusoliera esterna per rendere possibili le operazioni del telescopio. SOFIA si trova attualmente presso la Dryden Aircraft Operations Facility della NASA a Palmdale, California (USA) insieme ad altri velivoli che ospiteranno esperimenti dedicati allo studio dell'ambiente, dell'inquinamento, dell'effetto serra e dell'attività vulcanica. (Immagine: NASA/Tom Tschida)