giovedì 29 ottobre 2009

Il teatro racconta la scienza

Vita di Galileo: Bertolt Brecht porta in scena i conflitti degli uomini di ricerca

Non è facile parlare di scienza al grande pubblico. Ancora più difficile è parlare delle dinamiche socio-politiche legate alla scienza. Se poi si cerca di farlo in modo artistico (tramite ad esempio il cinema o il teatro), ci si imbatte in una sfida epica. Non a caso pochi sono i film e/o le opere teatrali che trattano di argomenti scientifici.

Una pietra miliare in questo campo è sicuramente l’opera “La vita di Galileo” dell’autore tedesco Bertolt Brecht. In maniera snella e molto efficace, Brecht racconta di un Galileo che, infiammato dalle sue stesse scoperte in campo astronomico, vuole approfondire e diffondere il nuovo modo di concepire l’universo. Tale nuova visione del mondo viene giudicata eretica dalla Chiesa che spinge Galileo a rinnegare tutte le sue scoperte, “abiurare”.

Il Galileo di Brecht è un personaggio molto complesso e a tratti eroico. Per esempio, eroica e di difficile interpretazione e’ proprio l’abiura. All’accusa dei suoi discepoli di essersi chinato al potere della Chiesa, Galileo risponde “meglio mani legate che vuote”. Non abiurare avrebbe portato alla condanna a morte di Galileo (come già era successo a Giordano Bruno) e, forse, l’intera ricerca astronomica di cui egli era esponente insostituibile avrebbe subito un crollo. Galileo, decidendo di abiurare e quindi di vivere, porta avanti di nascosto i suoi studi sul moto dei corpi celesti e alla fine riesce a consegnarli ad Andrea, un suo fidato discepolo, che è diretto in Olanda, il nido dei pensatori indipendenti di allora.

Andrea è un personaggio perfetto per cercare di capire la complessità di alcune scelte legate alla scienza. Andrea, cresciuto sotto l’influenza di Galileo, sviluppa un’amore genuino per il metodo analitico della scienza. Più tardi, giovane e pieno di entusiasmo per le nuove teorie astronomiche, decide di lasciare l’Italia: “devo andare, sono uno scienziato”, dice. Lo stesso Andrea, alla notizia dell’abiura di Galileo, avvilito afferma “Infelice il Paese che non ha eroi”. Soltanto più avanti nel testo, Galileo risponderà: “No. Infelice il Paese che ha bisogno di eroi”.

Non bisogna sforzarsi troppo per capire che questa vicenda vecchia di 400 anni è storia attuale. In Italia oggi di Galileo ce ne sono tanti, meno geniali ma altrettanto dediti, molti di più sono gli Andrea che lasciano l’Italia per luoghi dove alla ricerca scientifica viene dato maggiore valore. E se è vero che non esiste più il tribunale della santa inquisizione, è pur vero che chi decide di ridurre (o sarebbe meglio dire eliminare) i fondi alla ricerca compie un atto di censura “post-moderna”. Le forme sono diverse ma le problematiche che oggi il mondo della scienza deve affrontare in Italia sono fin troppo simili alle vicede galileane.

MARCELLO CACCIATO

"Vita di Galileo" di Bertolt Brecht è al momento in tournée in Italia, in una coproduzione Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e Teatro de Gli Incamminati, per la regia di Antonio Calenda. Le date della tournée si possono trovare qui.

Nella foto di Tommaso Le Pera, Franco Branciaroli interpreta il ruolo di Galileo.

1 commento:

  1. Credo che si debba scrivere più spesso dei modi in cui è possibile divulgare la scienza!

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