giovedì 9 luglio 2009

Banchi di polvere nella galassia


Non si tratta della stessa polvere che riempie le nostre case, eppure per lungo tempo la polvere cosmica era soltanto una componente che aggiungeva rumore alle immagini dell’universo e che, come la polvere a cui siamo abituati, andava “rimossa” per estrarre informazioni utili agli astronomi.

Il termine si riferisce a piccolissime particelle di materia, delle dimensioni di qualche frazione di micron (un micron è la decimillesima parte di un centimetro), formate da molecole a base di carbonio o silicio. A differenza del gas, l’altra componente fondamentale degli spazi interstellari, la polvere è costituita di materia allo stato solido.

Come già accennato, la polvere ha per anni tormentato gli astronomi, in quanto assorbe la radiazione emessa dalle stelle, oscurandole in parte e rendendo più difficile la loro osservazione. Ma la polvere, a sua volta, emette parte della luce che assorbe, anche se a lunghezze d’onda maggiori. Con la nascita dell’astronomia infrarossa, è stato possibile osservare le stesse regioni dell’universo con diversi strumenti ed isolare i vari contributi, dovuti sia all’emissione stellare che alla polvere. Questo ha permesso di imparare molto sulla distribuzione della polvere cosmica, che si trova su tutte le scale, a partire dal nostro sistema solare fino alle nubi dove si formano nuove stelle.

Nel 2005 l’ESO (European Southern Observatory, ovvero l’ente astronomico europeo) ha inaugurato un nuovo strumento nel deserto di Atacama, in Cile, dedicato all’osservazione della polvere: si chiama APEX, acronimo di Atacama Pathfinder Experiment, ed è un radiotelescopio - in pratica una grandissima antenna con diametro di 12 metri. APEX scruta il cielo a lunghezze d’onda ancora più grandi di quelle infrarosse, che corrispondono a temperature estremamente basse, dell’ordine di qualche decina di gradi sopra lo zero assoluto: l’ideale per esplorare la polvere “fredda” che permea le regioni di formazione stellare.

Dopo qualche anno di osservazioni, APEX ha prodotto una mappa della polvere nella nostra galassia (si veda l’immagine) che mostra una distribuzione discontinua ma molto estesa: si distinguono una regione particolarmente densa al centro, in corrispondenza del centro della Galassia, e una gran quantità di piccole strutture, che identificano regioni di intensa formazione stellare, e filamenti di materiale espulso da venti stellari ed esplosioni di supernovae.

CLAUDIA MIGNONE


In questa immagine composita si può vedere la distribuzione della polvere nella nostra galassia: in rosso-arancione si vedono le immagini a lunghezze d'onda sub-millimetriche riprese dal telescopio APEX, situato a 5100 metri di altitudine nel deserto di Atacama, Cile; in verde e blu sono state sovraimposte le immagini riprese in infrarosso da un precedente esperimento spaziale, il Midcourse Space Experiment (MSX). Immagine di ESO ALMA/APEX.

Nessun commento:

Posta un commento