Sulle montagne dell'Arizona, negli Stati Uniti, a 3200 metri sul livello del mare, si trova un gioiello tecnologico frutto della collaborazione scientifica tra istituti astronomici italiani, tedeschi e statunitensi. Si tratta di LBT (Large Binocular Telescope, trad. Grande Telescopio Binoculare), uno dei telescopi più potenti mai costruiti sulla Terra.
La particolarità di questo strumento è da ricercarsi proprio nella struttura binoculare: con i suoi due specchi, di 8,4 metri di diametro ciascuno, installati sulla stessa montatura meccanica, LBT è il più grande telescopio del mondo. Perché due specchi? Innanzitutto, perché catturano più luce. Inoltre, i due specchi possono operare con strumenti differenti, osservando la stessa porzione di cielo a lunghezze d'onda diverse: ciò rende possibile lo studio di fenomeni fisici di natura diversa che avvengono negli stessi oggetti astronomici.
Ma il principale vantaggio del grande binocolo è la possibilità di combinare la luce ricevuta singolarmente dai due specchi, secondo una tecnica detta interferometria. Quando opera in interferometria, LBT ha un risoluzione impareggiabile: restituisce, infatti, immagini con lo stesso grado di dettaglio che otterrebbe un telescopio con un unico specchio di 22,8 metri di diametro, finora mai realizzato.
L'eccellente risoluzione di LBT, capace di vedere un'automobile sulla Luna, risulta di estrema importanza nell'osservazione di oggetti astronomici piccoli e grandi, vicini e lontani: le galassie più remote e la loro distribuzione su grande scala nell'universo sono tra i principali target del progetto, insieme allo studio dei buchi neri super-massicci al centro delle galassie. Ma anche la ricerca di pianeti al di fuori del sistema solare è uno degli obiettivi di LBT: ad oggi se ne conoscono circa trecento, ma la maggior parte sono stati rilevati tramite metodi indiretti. Solo un paio di pianeti extra-solari sono stati osservati direttamente, e ci si aspetta che questo nuovo telescopio riuscirà ad individuarne molti altri ancora.
Inaugurato nell'ottobre 2004, LBT è pienamente operativo da poco più di un anno: la prima osservazione in modalità binoculare, cioè utilizzando entrambi gli specchi, risale al marzo del 2008. L'Italia ha contribuito ad un quarto del costo totale del progetto, pari a 110 milioni di euro, ed è quindi proprietaria, tramite l'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), di un quarto del telescopio: il 25% del tempo di osservazione spetta dunque a gruppi di ricerca italiani. In particolare, direttamente coinvolti nel progetto sono gli osservatori astronomici di Arcetri (Firenze), Bologna, Roma, Padova e Brera (Milano).
Per ulteriori informazioni: www.lbt.it
CLAUDIA MIGNONE
Nella foto di Marc-Andre Besel e Wiphu Rujopakarn, l'imponente struttura del Large Binocular Telescope, coi suoi due specchi di 8,4 metri di diametro ciascuno.
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